Patrick Moxey, fondatore della Ultra International Music Publishing (UIMP), dovrà cambiare il nome della sua azienda di publishing musicale indipendente. La decisione arriva dopo una sentenza emessa da un tribunale federale statunitense, che ha dato alla società 180 giorni per abbandonare il marchio “Ultra”. Il giudice Arun Subramanian, del tribunale distrettuale di New York, ha inoltre concesso all’azienda 18 mesi per riferirsi a sé stessa come “formerly known as Ultra International Music Publishing” sui social media. La sentenza segue un verdetto della giuria dello scorso dicembre, che ha stabilito che la UIMP ha violato il marchio registrato di Ultra Records, etichetta discografica focalizzata sulla musica elettronica venduta da Moxey a Sony Music Entertainment nel 2021. Il giudice Subramanian ha sottolineato che l’interesse pubblico favorisce un’ingiunzione permanente, criticando Moxey per aver “combattuto strenuamente” per mantenere il nome nonostante avesse sostenuto che non fosse cruciale per il successo della sua attività.
Tuttavia, il tribunale ha respinto la richiesta di Sony di ottenere i profitti della UIMP a partire da marzo 2022, quando Sony ha revocato la licenza per l’uso del nome “Ultra”. La giuria ha stabilito che l’uso del nome da parte di UIMP non ha causato danni a Sony, ma ha diluito il valore del marchio. Patrick Moxey, in una dichiarazione, ha ribadito che il cambiamento del nome non influenzerà il lavoro della sua azienda, sottolineando i successi dei suoi autori, tra cui 13 nomination ai Grammy di quest’anno. La disputa tra Sony e Moxey risale al 2012, quando Moxey vendette il 50% di Ultra Records a Sony, mantenendo il controllo completo della UIMP. Nonostante un accordo verbale per l’uso del nome, la questione non fu mai formalizzata, portando a una relazione sempre più tesa tra le parti. Nel 2021, Sony ha acquisito la quota rimanente di Ultra Records e ha revocato la licenza del marchio a UIMP, scatenando la causa per violazione del trademark. Moxey ha contestato, sostenendo che l’uso del nome in ambito editoriale non interferiva con le attività di Sony. La sentenza arriva in un contesto di ulteriori tensioni legali tra le due società, tra cui una causa per violazione del copyright presentata da UIMP contro Sony lo scorso dicembre. Sony ha definito la causa un tentativo di “ritorsione” e ha chiesto il suo rigetto, affermando che le questioni sollevate erano già state risolte in precedenza. Il caso è ancora pendente.