L’Italia dello spettacolo si trova a un punto di svolta. I dati del Rapporto SIAE 2024, elaborato in collaborazione con PTSCLAS, rivelano un settore in profonda trasformazione che ha generato oltre 4 miliardi di euro di fatturato con 253,5 milioni di spettatori. Ma dietro questi numeri apparentemente positivi si nasconde una realtà più complessa e contraddittoria.
La musica dal vivo ha conquistato il ruolo di vero motore economico del comparto. Con appena il 2% degli eventi totali, i concerti hanno attirato 29 milioni di spettatori e generato il 25% della spesa complessiva, quasi un miliardo di euro. Gli AC/DC hanno dominato la scena con 102.894 spettatori nella loro unica data italiana all’RCF Arena di Reggio Emilia, mentre i Coldplay hanno riempito per quattro serate consecutive lo Stadio Olimpico di Roma. Tra i pochi italiani a inserirsi in questa classifica d’oro troviamo Max Pezzali, simbolo di una nostalgia generazionale che funziona ancora.
Il cinema, invece, vive un paradosso inquietante. Nonostante rappresenti l’81% degli spettacoli totali con 2,7 milioni di proiezioni, raccoglie solo il 29% del pubblico e un misero 13% della spesa. ‘Inside Out 2’ ha trascinato le classifiche con 6,5 milioni di spettatori, ma il dato più significativo è che l’unico film italiano nella top ten generale è ‘Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa’, una piccola produzione dal forte messaggio sociale che ha conquistato 1,4 milioni di spettatori. La frequenza media per spettacolo si ferma a 26,8 spettatori, un dato che fotografa sale sempre più vuote.
Il teatro si conferma invece un pilastro di resistenza culturale. Con 153.014 spettacoli e 28,3 milioni di spettatori, ha registrato l’incremento percentuale maggiore di tutto il rapporto. La comicità domina le classifiche con Andrea Pucci, Enrico Brignano e Vincenzo Salemme, ma emerge anche l’interesse per il teatro classico con ‘Fedra’ dell’INDA che conquista un posto nella top ten. I musical cavalcano l’onda della nostalgia con ‘Grease’ e sfruttano fenomeni televisivi come ‘Mare Fuori Il Musical’.
Lo sport mantiene la sua presa emotiva sul pubblico italiano. Con solo l’2% degli eventi, attira il 15% degli spettatori e genera il 21% della spesa. Il calcio rimane il re indiscusso con 29 milioni di spettatori, ma crescono gli sport individuali che registrano la spesa media per spettatore più alta: 51,73 euro. I Campionati Europei di Atletica a Roma hanno attirato 265.000 spettatori, mentre le ATP Finals di Torino hanno confermato il crescente appeal del tennis.
La geografia dello spettacolo conferma le disparità territoriali che caratterizzano il Paese. La Lombardia guida con 620.000 eventi e oltre un miliardo di euro di spesa, concentrando il 25% del fatturato nazionale. Il divario Nord-Sud rimane evidente: al Sud la spesa pro-capite si ferma a 33,9 euro contro una media nazionale di 68,2 euro. Tuttavia, emergono segnali di dinamismo in regioni come Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo e Basilicata che crescono a ritmi sostenuti.
Angela Tibaldi, Vice Presidente di PTSCLAS, sottolinea come questi dati offrano “una visione olistica di un settore che conta oltre 253,5 milioni di spettatori e una spesa superiore a 4 miliardi, permettendo di misurarne l’impatto economico e culturale”. Il lavoro di analisi ha evidenziato come il pubblico medio per spettacolo si sia ridotto del 3,7%, segnale di un sistema che privilegia eventi di scala più contenuta e diffusa.
La destagionalizzazione rappresenta una delle tendenze più interessanti del 2024. Eventi che tradizionalmente si concentravano in specifici periodi dell’anno si distribuiscono ora lungo tutto il calendario, garantendo maggiore continuità al settore. Anche le discoteche e sale da ballo, con 200.846 spettacoli e 34 milioni di partecipanti, mostrano questa evoluzione, pur mantenendo l’estate come momento cruciale.
Il quadro che emerge è quello di un’Italia che riscopre la dimensione collettiva della cultura attraverso concerti e teatro, ma che fatica a riempire le sale cinematografiche. Un pubblico più selettivo ed esigente che cerca esperienze di valore, disposto a spendere per la musica dal vivo ma sempre più distante dal cinema tradizionale. La sfida per il settore sarà riuscire a colmare i divari territoriali e adattarsi a un pubblico in continua evoluzione, mantenendo la sostenibilità economica degli operatori in un contesto inflazionistico.