Uno dei dj più conosciuti e amati del panorama musicale veronese, Dino Tronconi ha cominciato a suonare nei locali alla fine degli anni Ottanta. Da subito si è rivelato un’abile professionista, serio e molto apprezzato, tanto da essere stato scelto negli anni da tutti i locali di Verona: dal Berfi’s al Grace, dal Queen al Nausikaa passando per Dorian Gray, Le Disque, Piper, Amen Verona, Alterego e Lido di Garda. Dopo aver conquistato la provincia e locali come l’Ombelico e l’Orange, e sconfinato sino al The Club di Milano, al Pub di Vicenza e al Papeete Beach, è atterrato all’Hollywood, il mega locale di Giampaolo Marconi situato sulle colline di Bardolino.
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Oggi, Dino Tronconi lo possiamo ascoltare anche in diverse realtà pre disco e durante gli apertivi lunghi del Veronese. Adattabile a tutte le situazioni musicali, Dino predilige la musica house.
“Non ho mai fatto nessun tipo di produzioni musicali e sinceramente non ho ancora capito il perché. Collaboro un po’ con tutti, purchè ci sia della serietà. Nei miei dj set, cerco di fare il massimo per vedere la gente divertirsi. Chiaro che ogni situazione ha una storia diversa, ma la soddisfazione che dà il club è unica. Sinceramente amo tutti i generi musicali, purchè non diventino un tormento. La musica si deve ascoltare, punto e basta. A livello personale, prediligo, la house music e in particolare la soulful e tutto quello che genera emozione”.
All’Hollywood si è avvicinato già nel 1994, poi dopo due stagioni di pausa, il ricongiungimento di dieci anni fa.
“Come tutte le cose si può piacere, come no. Diciamo che prima della musica, io sono stato il miglior pr di me stesso, ma visto che sono trent’anni che lavoro un po’ dappertutto, penso che il mio stile accontenti oggi un po’ tutti”.
Come t’immagini il futuro dell’intrattenimento?
“Ben diverso. Ma ci sarà un ritorno al buon sound, soprattutto il ritorno dei locali old school, dove quando si parla di locale si intende vero punto di aggregazione, dove vedi gente senza smartphone in mano che si diverte a ballare”.
Non sei mai stato un amante del microfono.
“Basta chiedere a Giampaolo (Marconi), perciò collaborazioni con le radio non ne ho mai avute. Mi piace lavorare con tutti. Basta che ci sia amore e cultura per questo lavoro”.